Finalmente, a mente fredda, cerco di comprendere cosa sia accaduto ieri con l’annuncio dell’inizio della FASE 2.
Il discorso lo abbiamo sentito tutti, è inutile starlo a sviscerare punto per punto, a giorni uscirà il decreto definitivo, basterà leggere quello, dovrebbe essere scritto in italiano.Voglio cercare di analizzare una possibile lettura del discorso di Conte cercando più che altro di leggere tra le righe. Molte sono le domande che ci siamo posti.
In primis, giustamente, molti fanno notare:
Perché si è trattata la FASE 2 per tutta l’Italia allo stesso modo? Perché zone particolarmente colpite come la Lombardia, il Piemonte, L’Emilia Romagna hanno le stesse restrizioni della Basilicata, della Puglia, etc quando la situazione è agli antipodi?
La domanda è più che lecita. Alcuni pensano all’isolamento di Wuhan in Cina, ma in cosa L’italia potrebbe somigliare alla Cina?
L’Italia è una Repubblica Democratica (Vi prego non cominciamo con la storia Conte non è stato eletto dal popolo, cerchiamo di essere quel 30% che comprende un testo), la Cina ha un governo di tipo autoritario. Già questo dovrebbe bastarci per non provare il paragone.
Concentriamoci sull’Italia.
Cosa sarebbe successo se ieri Conte avesse dato differenti disposizioni tra zone più colpite e zone meno colpite dal Covid-19?
Come si sarebbero sentiti i cittadini di queste zone che, oltre ad aver vissuto una strage di morti, si fossero, anche, sentiti distaccati da una parte dell’Italia, la quale avrebbe potuto iniziare ad essere produttiva, mentre loro sarebbero dovuti, ancora, rimanere in un totale lockdown?
Come può una nazione democratica come la nostra pensare di lasciare indietro una parte di popolazione, creando una divisione tra sani e non sani?
Sarebbe stato il crollo totale della democrazia, avrebbe alimentato un odio tra Nord e Sud incolmabile, forse la vera apertura per un principio di guerra civile. Nessun governo nella nostra nazione avrebbe mai potuto pensare di suddividere in due distinte zone l’Italia.
E in coscienza mi domando, voi sareste ripartiti mentre una gran fetta dell’Italia contava ancora centinaia di morti al giorno?
Lasciandovi con queste domande vado avanti mi addentro in una visione più globale.
Probabilmente dopo 47 giorni di blocco serrato, di autocertificazioni, controlli e pochissime attività operative, soprattutto avendo risposto meglio di come ognuno di noi avesse potuto minimamente immaginare al contenimento, ci si aspettava una ripartenza più concreta.
Faccio una veloce premessa.
Personalmente, ho criticato sin dal primo momento, e continuo a farlo quando ne ho sentore, la linea comunicativa applicata dall’attuale governo. Sempre dal primo momento sono rimasto molto perplesso sul perché di fronte a diversi pareri di esperti dai quali si evincevano due principali linee di interpretazione, ne abbiamo scelta una, escludendo totalmente l’altra.
È cosa ormai risaputa che tutti, nessuno escluso, inizialmente, hanno sottovalutato il problema. Ancor più confermato il fatto che la nostra sanità, a causa dei tagli subiti dai vari governi, si è trovata impreparata totalmente ad affrontare il violento inizio di questa pandemia.
Credo che sia oltretutto chiaro che quest’ultima situazione unita ad un’operazione, che personalmente mi disgusta, televisioni, testate giornalistiche e la rete, abbiamo cavalcato l’onda del generare paura, costatando che questa, faceva molta più audience del rasserenare.
Titoli che avrebbero messo in ginocchio chiunque, bombardati dai numeri dei decessi declamati di continuo, giornalisti deliranti, presentatori incapaci di gestire ogni minimo confronto.
Diciamolo chiaramente, un inizio sfocato, che non ha tenuto minimamente, o forse aveva molto chiaro quanto fosse fragile il popolo Italiano.
La mia linea di pensiero sin dall’inizio è stata molto più vicina alle teorie, perché in questa situazione possiamo solamente parlare di teorie nei primi 20 giorni, del virologo Tarro, piuttosto che di altri.
Detto ciò, cerco di riallacciarmi al discorso.
Di quello che penso mi importa poco, cerco di analizzare i fatti, per come si sono sviluppati, e soprattutto per come oggi si stanno sviluppando.
Conte ha parlato della seconda fase per circa quaranta minuti, dopo la parola buonasera, l’Italia già postava il suo dissenso. Alcuni studi dicono che oggi nel 2020 abbiamo una capacità di attenzione minore di quella di un pesce rosso. Lui ha 9 secondi, noi 8.
Se fossimo stati in un contesto scolastico, e fossimo stati dei bravi alunni avremmo potuto pensare di mantenere l’attenzione al massimo per quarantacinque minuti.
Ma a casa, mi dispiace dover dire, che siamo più scemi di un pesce rosso.
Quindi in quei quaranta minuti dove Conte ha parlato, tra un post su Facebook, una storia su Instagram, la pizza da controllare nel forno, le cotolette da girare nella padella, abbiamo subito tratto la conclusione, che il Presidente non ci avesse detto niente. La rete ha sentenziato, 40 minuti per dirci che non è cambiato niente.
Eppure in quei quaranta minuti, è successo invece qualcosa che non avevo mai udito sino ad ora. Il Primo Ministro, ci chiede anzitutto scusa. A vostra memoria cercate di ricordare, quando mai un primo ministro vi ha chiesto scusa.
Ok, ve ne sbattete delle scuse, “noi stamo a morì de fame”, vi scordate di dire che stiamo morendo anche di Corona virus. Più di 20000 morti (veri, non veri, complotti non complotti ad oggi questa è l’unica cosa certa di cui possiamo parlare).
Ha cercato di farci capire che stiamo messi talmente male economicamente , ma soprattutto burocraticamente da decenni, e ripeto, da decenni, che ci chiede scusa, e che ce la stanno mettendo tutta perché non vogliono lasciare indietro nessuno. “ Ma qui non si vede un Euro!!!”
Ha cercato di farci capire che l’Inps è impallata totalmente, che stanno facendo un braccio di ferro con L’ABI (le banche) e stanno cercando di sbloccare i pagamenti soprattutto delle casse integrazione, elemento fondamentale per la nostra Nazione. Non so, vi volevate sentir dire che per decenni si sono rubati tutto, che L’Inps, va smontata e ricostruita, che le Banche hanno approfittato del microcredito covid 19 per recuperare e ridurre i vostri Fidi?
Ha parlato di Bollette e di affitti, ma ne ha parlato al futuro. Vero, ma voi pensate che queste operazioni sempre in quest’Italia burocratica del cavolo, siano dirette tipo: taglio qui, taglio lì, a te ti tolgo gli affitti, a voi 13 milioni vi do 600 euro, a voi 3milioni ok reddito di cittadinanza, a 10 milioni tiè cassa integrazione, a voi 12milioni buoni spesa e così via?
Ma quanto può essere complesso gestire una roba del genere?
Ve l’ha detto ma non l’avete voluto capire.
E poi ha detto un’altra piccola cosa fondamentale, non ci possiamo permettere di correre il rischio di aprire nuovi focolai, tradotto: siamo ancora belli incasinati con questo virus, e questo governo ha messo la salute al primo posto anche prima dell’economia.
E’ discutibile? Probabilmente sì, ma è così ed è chiarissimo.
Poi ha iniziato a darci le linee guida della FASE 2.
Il pesce rosso in quel moneto, confronto a noi, era una balena.
Dopo 40 minuti la rete a preso fuoco, la rabbia si è rovesciata con tutta la sua, probabilmente giusta, forza, vomitando fuori di tutto. Eppure, se fossimo stati almeno un girino aveva detto anche questo.
Oggi che posso quasi essere un pesce rosso provo a fare la mia lettura della FASE 2.
Io la leggo così: mettiamoci alla prova, non vi posso dire direttamente dal quattro maggio tutti liberi, sarei un folle, non ce lo possiamo permettere, ma ricominciamo a vivere.
Gli spostamenti che ci fanno tanto ridere proviamo ad analizzarli un attimo.
In queste nuove “regole” sugli spostamenti, a me sembra chiara una cosa. Possiamo muoverci nella regione tutta; non esageriamo. Possiamo fare passeggiate dove vogliamo, mantenendo la distanza di sicurezza con la mascherina; non esageriamo. Possiamo andare a trovare i congiunti, finalmente dopo quasi due giorni si è capito che anche i fidanzati fanno parte dei congiunti; ma non esageriamo, e le altre regole di spostamento che tutti abbiamo sentito.
Sì, serve un’altra certificazione, e allora? Cambia qualcosa?
Allora, ci sarà quasi il 70% di persone in giro per lavoro, e tantissime persone per motivi personali che rientreranno nelle necessità sopra descritte. Praticamente ci ha messo in mano un’infinità di scuse per poterci muovere ma dicendoci, per favore fate i bravi, fate le cose in maniera graduale, state attenti.
Perché mettiamoci, sinceramente, dalla parte di un pubblico ufficiale che domani ci ferma. Non abbiamo la certificazione, ok ce l’ha lui e si prenderà i nostri dati. “Lei dove va?” e qui possiamo dire qualsiasi cosa, perché abbiamo infinite possibilità che nessuno potrà constatare a meno che non ce li portiamo in macchina con noi per verificarne la veridicità.
Risultato reale di tutto questo: uscite ma non create assembramenti, abbiate rispetto di voi e degli altri, impariamo a convivere con una situazione ancora complicata ma che vogliamo superare alla grande. Certo, ci sono parecchie incongruenze, ad esempio, ma è tutto ancora da verificare, perché se sono di Roma e ho una casa vacanza nella Tuscia non potrei andare?
È pur vero che giorno dopo giorno, di ogni DPM, si sono pian piano chiariti alcuni elementi poco comprensibili. Vediamo se accadrà anche in questo.
Sulle aperture di alcune attività piuttosto che altre, proviamo a proseguire sulla stessa linea. Dobbiamo ripartire, ma siamo pronti ad un comportamento congruo al distanziamento, quali sono le attività più complesse se non quelle di Bar e Ristoranti, se sbagliamo lì è un disastro, non resteranno chiuse per tre mesi, ma chiuderanno per sempre. Lasciamole per ultime, diamogli un mese per provare e assimilare la convivenza con il distanziamento sociale, perché snaturale con le cazzate delle sanificazioni da centinaia di euro, le barriere in plexiglass che non ci sono mai passate nell’anticamera del cervello, se non a giornalisti ingordi di notizie e ad aziende che hanno fatto quello che si è fatto con le mascherine, speculare, raccontandoti che sono obbligatorie nel nuovo dpm ed invece, una grande cazzata?
Allora iniziamo ad aprire a strati, teniamo tutto sotto controllo, e quando sarà il momento, basterà la distanza sociale, la naturale igienizzazione, guanti e mascherine forse, unite ai sostegni che stiamo cercando di far arrivare a tutti, e si potrà veramente ripartire. Magari anche il cliente sarà più sicuro di muoversi e andrà in queste attività come andava normalmente, ma con più attenzione.
Poi le idee cazzo! Gli Italiani sono ingegnosi, vogliamo credere in loro.
Chiudo con i Mezzi pubblici i Musei e le Mostre.
Gli ultimi due non generano assolutamente assembramenti, sono facili da gestire nel mantenimento del distanziamento sociale e dell’igiene, e poi, anche la cultura deve ripartire.
I mezzi pubblici massimo 15 persone, cos’è che non vi torna? Se su un pullman si mettono sedute persone un posto si e un posto no, quello è il numero di persone che si riescono a gestire, non è un problema di mt quadri è un problema di distribuzione degli spazi e di azione negli spazi. Lamentarsi paragonando un mezzo di trasporto pubblico ad un bar ha veramente senso zero.
Ah scusate, estetisti e parrucchieri, etc, non lo so questo, sinceramente non l’ho ancora ben compreso, ma anche qui mi aspetto un passo indietro del governo, o almeno lo spero.
Adesso sinceramente tante sono le cose che potremmo discutere, lungi da me affermare che tutto sia perfetto, che queste siano le scelte migliori del mondo, che questo governo non commette errori, ma ha una linea guida chiara, che sta comunque funzionando, almeno da un punto di vista sanitario. Riflettiamo sul perché l’Italia oggi è piena di falle burocratiche, di tagli alla sanità, alla cultura, alla scuola, a ogni dove e prendiamocela con chi ci ha portato a tutto questo, non con chi sta cercando, magari anche con molti errori , di portarci fuori da tutto questo.
Una cosa dovrebbe insegnarci questa maledetta pandemia, che essere informati è importante, magari poi sembreremo tutti, virologi, tutti ministri, tutti economisti, tuttologi, ma se il confronto è sano, si stimola l’interesse nel cercare.
Quanti di voi, sapevano cosa fosse una pandemia, il mes, i recovery found, un lockdown, quanti economisti conoscevate, quanti virologi, quanti filosofi, quanti giornalisti.
C’è tanta robaccia vero, ma in mezzo a tutta questa robaccia, ci sono anche persone geniali che possono insegnarci molto.
Questa dovrebbe essere l’Italia, una nazione stracolma di cultura che trasmette cultura. Mi sono molto dilungato, è tardissimo, un brano di Max Ricther, un’ultima sigaretta e questa giornata la posso pure finire qui.