L’uomo che sussurrava alle madri di Mariupol

Martedì sera a “Carta Bianca” il talk show condotto dalla Berlinguer, il professor Orsini ha toccato il suo minimo dall’inizio di questa guerra.
Prima l’affermazione, veramente ridicola, dove dice che “Sono in contatto con famiglie a Mariupol che mi scrivono tutti i giorni e mi dicono ‘professore, parli con il suo popolo.

Voi italiani siete impazziti a dare armi”, un affermazione ignobile che vuole far presa sulla paura degli italiani per far passare quello che è il suo personale parere sull’invio delle armi.
Che Orsini pensi quel che vuole è un fatto più che plausibile, ma utilizzare una bugia assurda come quella delle famiglie di Mariupol che lo contattano per dire di non armare l’Ucraina è veramente una bassezza morale. Il professore ci vorrebbe far credere che a Mariupol le famiglie, non solo conoscono il professor Orsini ma ne riconoscono l’intento e il pensiero e tutto questo mentre sono impegnati alla minima sopravvivenza. Già questo basterebbe per espellerlo da ogni trasmissione televisiva nazionale.
Poi la storia del nonno che durante il fascismo era un bambino felice. Mettiamo anche fosse vero, ma è l’uso di un tale racconto per dare forza alle proprie iperboli ad essere veramente discutibile.
Cercare di far breccia nel lecito dubbio che si è posto sul dibattito italiano tra mandare e non mandare armi all’Ucraina tramite storie che vadano ad impietosire la sensibilità degli spettatori è altresì la dimostrazione di quanto le tesi del professor Orsini siano deboli. La parola che usa per descrivere la differenza di forza tra l’esercito russo e quello Ucraino, “sventrare”, alla quale segue un siparietto deprimente dove il professore terrorizzato chiede se è l’unico a comprendere il concetto di nucleare, dove la sua paura viene riversata su un pubblico che, se non ben costruito culturalmente e psicologicamente, rischia di immedesimarsi in quella strategia della paura, che è assolutamente lecita ma aizzarla alla maniera Orsini diviene altamente caricaturale e nociva.
Non contento, sempre nella stesso frangente, dichiara che lui tiene solamente ai bambini, alla loro vita e se ne frega quindi in questo contesto dell’autodeterminazione dei popoli. Peccato che l’autodeterminazione dei popoli sia proprio il principio per cui un popolo può aspirare alla propria libertà, e possa costruire un mondo dove la vita dei bambini diviene fondamento imprescindibile par la costruzione del futuro. Per convincerci di quanto lui sia preoccupato per i bambini del mondo ci spara la storia del nonno felice durante il fascismo.
Solo per questo andrebbe espulso non solo da ogni organo autorizzato di stampa ma gli andrebbe tolta la possibilità di poter insegnare a qualsiasi ragazzo che sta costruendo il proprio percorso formativo. Sia chiaro che non è il fatto, della divergenza di idee che mi porta a trarre queste conclusioni, ma le costruzione pindariche per avvalorare le sue tesi, che sono offensive, bugiarde, e piene di rancore. La sua rabbia verso alcuni schieramenti politici mette in risalto che il caro professor Orsini probabilmente deve essere stato silurato in passato e trova oggi la sua rivincita esistenziale. Peccato che tutto ciò avviene mentre argomenta di una guerra dove un popolo sovrano, aggredito da un leader che, per sue dichiarazioni ufficiali, vuole denazificare un popolo di drogati e nazisti, che sta stuprando, torturando, distruggendo, cancellando un popolo e la storia dell’Ucraina, un popolo che sta difendendo tutto questo, che sta dando la vita perché vuole non rivivere l’epoca stalinista già vissuta e che, soprattutto, ne ha tutto il sacrosanto diritto. Il ripetere allo strenuo che sta accadendo esattamente quello che lui aveva previsto, fatto altamente discutibile, ci riporta all’ossessione di dover dimostrare semplicemente che lui è uno che sa.
Giorni fa ha detto che lui a differenza di molti ha un cervello abituato a ragionamenti complessi perché è il suo lavoro, eppure le argomentazioni di Orsini sono oltre che fortemente ripetitive, alquanto semplici, tesi che ogni storico e studioso di Geopolitica, o sociologo come lui produrrebbe con totale naturalezza. Cinquanta giorni in tv per ripetere sempre le stesse cose, mostrare un apparente serenità per poi crollare in una sceneggiatura drammatica sfiorando l’orrorifico quando parla di cancellazione del mondo, di Ucraina sventrata. Purtroppo dall’altra parte dello schermo la paura naturale dello spettatore è alquanto fragile, due anni di pandemia, crisi economica, e questa guerra che ci vede purtroppo coinvolte amplificano le teorie di Orsini e mettono in secondo piano un concetto fondamentale. Chi sta subendo quello che sta subendo l’Ucraina è obbligata a non arrendersi, e non per volere del proprio presidente ma di un popolo che, se inizialmente poteva essere diviso sulla propria vicinanza alla Russia oggi vede quest’ultima come il male assoluto, come la nazione che gli sta togliendo tutto. Orsini parla di diplomazia, una diplomazia che secondo lui passa dal fatto che, visto che la Russia è indiscutibilmente superiore, per evitare ulteriori massacri dovrebbe convincere l’Ucraina alla resa, a cedere i propri territori, che comunque sarebbero conquistati. Proprio lei, caro professore, che dice che la cosa più importante è la vita dei bambini propone di insegnare a questi la resa, di farli crescere sotto colui che ne ha cancellato il presente e messo in drammatica difficoltà il futuro, o forse pensa che le zone che si ritroveranno sotto la Russia, alle quali verranno imposte le condizioni russe, verrà vietato di parlare Ucraino, potranno crescere felici. Putin sta facendo crescere gli assassini del proprio futuro, bambini che non dimenticheranno purtroppo, e difficilmente perdoneranno, bambini che vedranno la Russia, il popolo russo come nemico assoluto.
La storia Orsini la conosce bene ma probabilmente, i sassi nelle scarpe devono essere così fastidiosi da impedirgli di esprimere il suo concetto senza tutto quel costruito, sensazionalistico, e offensivo che mette a contorno. Mi dispiace ma se credete che il professor Orsini sia l’unico intellettuale che ha le idee chiare sul momento siete degli ignoranti. Mi scuso per questa affermazione ma tifare per lui vuol dire accettare le varie bugie. L’uscita delle madri di mariupol che gli scrivono è stata una cosa terribile da ascoltare, per me che metà della mia famiglia è di Kacovkha (kherson dove è stata restaurata la statua di Stalin e rialzata in piazza dai russi pochi giorni fa), dove bambini di 8 anni, anziani, madri, hanno passato 45 giorni chiusi in uno scantinato, prima di avere la fortuna di poter fuggire, per trovare un po’ di serenità in Italia con una piccola valigetta, dopo un viaggio infinito e pieno di paura, è stato come ricevere uno sputo in faccia. Se hanno potuto affrontare quel viaggio è stato grazie alla resistenza Ucraina, ai volontari, probabilmente grazie anche a quelle armi con le quali gli Ucraini stanno difendendo il proprio popolo. Tutti auspichiamo la pace, ma bisogna smettere di pensare che la pace sia un diritto acquisito, purtroppo anche per noi europei, quest’invasione ha costretto a ripensare il concetto di libertà acquisita, inserendo un concetto che abbiamo conosciuto con i partigiani, e dimenticato che la libertà va difesa con ogni mezzo, e che non c’è vita se questa non è libera di essere vissuta.

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