
Bisognerebbe essere rieducati all’importanza della libertà, all’importanza della futuribilità, sul cosa voglia dire lottare non per il presente, non per se stessi ma per le generazioni future, per avere la speranza domani di un mondo migliore.
Nelle nostre paure, giustificando le nostre coscienze, ci schieriamo dalla parte del popolo Ucraino per l’aggressione subita ma gli chiediamo di rinunciare alla propria libertà, di accettare i ricatti di un folle dittatore nemico, non della libertà Ucraina ma, dell’intera idea di libertà del mondo.
È comprensibile la paura insita in ognuno di noi che questa guerra possa toccare le nostre vite, le nostre certezze, ma non possiamo chiedere ad un popolo di rinunciare alla propria libertà per le nostre paure.
Bisogna certo inneggiare e gridare alla pace, al cessate il fuoco ma non si può chiedere ad un popolo sovrano di rinunciare ai propri diritti.
L’Ucraina, oggi è l’emblema della lotta per la libertà.
Sono soli perché nessuno vuole una guerra mondiale, perché la sola parola nucleare apre scenari nella nostra mente insopportabili, ma le proposte per il cessate il fuoco non sono accettabili e il nostro egoismo nel chiedere all’Ucraina di arrendersi è a mio personalissimo avviso, sconcertante. La pace è per la libertà.
Non ci può essere pace se non ci si sente liberi. Stiamo ancora a discutere sulle colpe quando c’è un dittatore folle che mina il mondo, che minaccia il mondo se non lo si lascia fare a modo suo. Potremmo anche superare questa fase ma quello che ci spetta è un futuro che non avrà futuro. Uniti nel desiderio di pace, uniti nel desiderio di libertà, uniti sul condannare l’azione militare di Putin, uniti nel progettare il futuro dei nostri figli, uniti nel dire Ucraina simbolo di libertà.