La felicità è domani.
E i pensieri pesano sempre più di tabacco e cenere, di notti che si dilatano, di note che si disperdono e le parole che si inseguono su questo monitor sono l’unica luce della stanza.
Evadere è sempre più un bisogno che va colmato per restare a galla e poter fluttuare sopra questo mondo che vedo sempre più distante dalle mie esigenze, dalle mie attitudini.
Visto dall’alto dei pensieri immaginati, da questa folle fuga che mi invento posso assaporarne, invece, ogni singola meraviglia e tutto m’appare nuovo e degno d’essere raccontato.
Se mi distanzio, vedo le cose nel loro insieme, nella loro utilità nel tutto, già solo le infinite, e spesso, indefinite sfumature di colore che si intrecciano, bastano ai miei occhi per innamorarmi ancora, e poter raccontare di quanto siamo fortunati d’appartenere a quest’insieme d’avventure, apparentemente statiche, realmente piene di vita e movimento.
Spesso è impercettibile la vita che passa, la vedi soltanto in lunghi periodi di tempo, eppure accade e non si ferma mai.
Non mi perdo mai in ricordi o nel rileggere i giorni passati, sono sempre spinto in avanti, a immaginarmi come sarà domani piuttosto che come è stato ieri.
La vita vista da qua su, si muove, non torna indietro, non riflette sul passato, riflette sui domani, sul cosa possiamo diventare.
Ti senti al pari di un airone nella sua migrazione, senti l’istinto d’andare perché tutto intorno a te va e tu non puoi restare fermo perché l’immobilità t’avvicina alla morte.
Sì, tu puoi restare fermo con il corpo ma qualcosa di te deve viaggiare, qualcosa di te deve essere proiettato distante da te altrimenti si muore restando vivi.
E quindi, viaggio per i miei domani, non per i miei adesso, semplicemente per sentirmi vivo e concedermi un sorriso più duraturo.
La felicità si scrive nei domani, adesso è già passato.