Politica, scienza, tecnologia, per un futuro migliore?

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Riprendo dal pensiero finale dell’ultimo articolo di questo blog “Ma non vi sentite offesi?” perché credo che attualmente sia un punto cruciale sul quale riflettere.

Quando la scienza o la medicina non hanno risposte certe, si iniziano a formulare ipotesi.

Per la prima volta dal dopoguerra, stiamo subendo non, una delle più grandi epidemie, ma uno dei maggiori atti di violazione della costituzione mai messi in campo fino ad oggi.
Un’azione che si è resa necessaria per affrontare quella che l’Oms ha dichiarato come Pandemia, (Una pandemia è una malattia epidemica che, diffondendosi rapidamente tra le persone, si espande in vaste aree geografiche su scala planetaria, coinvolgendo di conseguenza gran parte della popolazione mondiale, nella malattia stessa o nel semplice rischio di contrarla.Tale situazione presuppone la mancanza di immunizzazione dell’uomo verso un patogeno altamente virulento).
L’11 marzo 2020 è una data che difficilmente dimenticheremo.
L’evento è arrivato a sorpresa, inaspettato, ci ha colti totalmente impreparati, eravamo lì a guardare quello che accadeva a Wuhan, così lontano che probabilmente abbiamo avuto lo stesso atteggiamento che abbiamo ogni giorno davanti alla tv di fronte ad un attentato in Siria, a un tornado in California, ai 5 bambini che muoiono ogni minuto nel terzo mondo; distacco.
Quando si è iniziato a temere che il virus fosse invece iniziato a circolare in Italia, probabilmente non conoscendolo, abbiamo sottovalutato e in tempo brevissimo ci ha travolti.
I nostri virologi sono saliti in cattedra, la politica è caduta dalla seggiola, gli scienziati hanno chiesto permesso, i filosofi?
Le primi dichiarazioni di importanti virologi hanno espresso l’idea che il corona virus fosse poco più di una forte influenza, ed è stato un dire univoco, ma il corona virus iniziava a fare paura e soprattutto notizia.
Ecco che prima di studiarlo approfonditamente nei nostri laboratori, qualche virologo ha provato a cambiare rotta, e si è iniziato a parlare di totale confinamento (Lockdown) come soluzione da attivare immediatamente.
Ma per ogni tesi che si instauri in un contesto, esiste anche il suo contrario. E chi avrebbe dovuto quindi ascoltare e decidere se non la politica?
Se la politica non sa più valutare, non si affida alla filosofia, e in questo caso specifico a sociologi storici e psicologi, per avere un quadro ampio della situazione, per valutare le cause ed effetti di una determinata scelta, il rischio è quello di mettere in mano a due materie che ora non hanno certezze, il futuro di un popolo; scienza e medicina.
Tempo fa, studiando il rapporto tra medicina e intelligenze artificiali, leggevo una riflessione che mi ha colpito molto.
La scienza e la biologia, stanno ovviamente facendo passi da giganti, potremmo tra vent’anni avere delle applicazioni che ci permettono di avere l’esatto stato di salute del nostro corpo, e la probabilità di contrarre malattie. Grazie all’utilizzo di big data sui parametri biologici, potrebbe la stessa app addirittura proporci delle possibili terapie.
Ok, fantastico, potremmo vivere più a lungo, questo potrebbe essere il nostro primo pensiero, eppure, potrebbe non essere così.
Oggi viviamo conoscendo in realtà pochissimo del nostro reale stato di salute, nella maggior parte dei casi, ci preoccupiamo quando il nostro corpo ci manda un segnale, quando avvertiamo la sensazione che qualcosa non sta funzionando, solo in quel caso andiamo dal nostro medico ed iniziamo magari a fare controlli.
Capita purtroppo che però il corpo ci abbia mandato un segnale quando già il problema sia in stato già troppo avanzato, ma capita anche di prendere in tempo l’evolvere di una malattia e poterla quindi superare.
Però, fino a quel momento, abbiamo vissuto intensamente, lavorato, affrontato sfide, costruito progetti, programmato il futuro, perché ci sentivamo bene.
In realtà il corpo si ammala lentamente, magari impiega anni prima di mandarti un segnale concreto, il nostro organismo ha sempre qualcosa che non va, se un app ti dicesse, ogni giorno, cosa non va, saresti eternamente malato e in particolare, pensate se accadesse ad un ipocondriaco, sarebbe come avvelenarlo ogni giorno.
Insomma, potremmo tra trent’anni avere la possibilità di usufruire della migliore sanità della storia ma morire di paura prima che di malattie organiche.
Proprio per il fatto che il corpo ha sempre qualcosa che non funziona al 100% vivremmo nel terrore, e programmare il futuro sarebbe veramente qualcosa di difficile da attuare.
Allora cosa fare, avere la possibilità di prevenire sempre e vivere nel terrore, oppure continuare a vivere facendo controlli quando il fisico di manda un segnale?
Sembra una risposta banale ma questa risposta prima o poi ci troveremo a doverla valutare.
Se sei una persona culturalmente strutturata, che sa gestire la sua psiche, il suo rapporto con la paura, accettare che il corpo non può essere sempre al 100% la soluzione auspicale sarebbe certo quella della Biologia applicata alla tecnologia con la coscienza. È da tener presente che esisterebbe un’enorme database che di te sa tutto, un’infinità di dati che potrebbero poi essere utilizzati dalle aziende per offrirti i propri prodotti, o indirizzare le tue scelte.
Pensiamo questa situazione applicata in America dove la sanità è privata è legata fortemente alle assicurazioni. Questi dati potrebbero causare una situazione molto particolare.
Mettiamo caso che ti fosse diagnosticato un tumore ai polmoni, che se non curato si sarebbe concretizzato entro due anni. Questo starebbe a significare che tu immediatamente smetta di fumare, perché se non lo fai non ti sarà riconosciuta alcuna assicurazione e non avrai i soldi per pagarti le cure che come sappiamo lì costano molto. Certo, solo uno stupido continuerebbe a fumare se gli dicessero che le sigarette lo stanno uccidendo con certezza, è vero, ma l’uomo ha una coscienza, giusta o sbagliata che possa essere, ha un a sua coscienza, che in questo caso non potrebbe ascoltare.
La libertà di scelta fa parte dei nostri diritti fondamentali, e da chi andrebbero difesi se non dalla politica?
Qui mi riallaccio al tema iniziale.
Un governo, deve tutelare la libertà di ogni individuo, deve scegliere una strada adeguata a far si che la costituzione venga rispettata, deve valutare la scienza, la tecnologia, la medicina, confrontarsi con filosofi, sociologi, psicologi, per avere un ampio campo visivo, ampie possibilità di scelta, di come una decisione possa influire sulla società, valutare pro e contro, interrogarsi anche con il popolo, e poi legiferare.
La scienza, la tecnologia, la medicina, si occupano della ricerca, la filosofia, la sociologia, la storia, la psicologia, valutano e pongono quante più possibili ipotesi, la politica, il governo eletto dal popolo, responsabilmente, e con coraggio, decide.
In un paese democratico questo dovrebbe avvenire.
Se questi ruoli si mescolano, il popolo non può che sentirsi sperso, impaurito, abbandonato, disunito.
Non so se è quello che sta accadendo ora ma una domanda me la porrei, per iniziare a pensare al mondo dopo il Corona virus, un mondo che possiamo ridisegnare soltanto noi, per un motivo semplice.
Lo stato siamo noi, siamo noi ad eleggere i politici che ci rappresentano e dobbiamo pretendere questa grande responsabilità.
Non dobbiamo scandalizzarci dello stipendio di un qualsiasi politico se questi fa il suo mestiere con coscienza, ha una responsabilità che non è pari a nessuna responsabilità e ve lo dimostra un virus, le sue scelte sono vitali per l’intero popolo che rappresenta.
Un politico ha tutto il diritto di sbagliare di fronte ad un avvenimento improvviso e virale, ma è lo stesso diritto che dobbiamo pretendere noi, che si faccia il possibile per mantenere la nostra identità sociale.

Cosa ne pensate?

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