Baci, baci rubati, baci sfiorati, baci d’amore, baci d’addio, baci bugiardi.
Quanto potrei prolungarmi ancora?
In questo gioco di distanze, in quest’idea quasi indecente, in quest’idea d’appartenersi.
Quasi un sigillo, così simile, così diverso: un bacio.
Nasciamo distanti, ma già con la voglia di baciare, un bacio che sa di nutrimento, un bacio al seno di una madre per poi poterci allontanare e crescere, e costruire un noi per poi, ritornare ad aver voglia di baciare.
E non c’è più il seno di una madre ma una bocca che non sai perché ti attrae eppure, la devi assaporare.
Sei partito da uno sguardo, da un improvviso desiderio che non potevi trattenere.
Hai guardato da lontano ogni piccola incertezza, finché lo stomaco, non ha iniziato a raccontarti i rumori di un’assenza, di una distanza da colmare.
Che meraviglia certi baci, che t’inondano di gioia, che fanno tremare le gambe, che hanno il sapore di una piccola scoperta senza aver bisogno di parole.
Non ne hai potuto fare a meno. Te lo ricordi quanto eravate lontani?
È stato per caso, senza cercarsi che hai sentito la voglia d’indagare, di accorciare le distanze, giorno dopo giorno con le parole, per raggiungere le mani, che sono state per un po’ quasi a sfiorarsi.
Mancava un niente, ma in quel niente, c’era l’immenso desiderio di andare oltre.
E tutto, soltanto perché avevi voglia di attaccarti a quella bocca, fonderla a te, crederla eterna.
Eppure, nessun bacio è eterno, nessun bacio sa resistere al tempo, però qualcosa lascia, come una lettera sbiadita da ritrovare nei ricordi.
E poi t’invecchierai, e quelle lettere sbiadite, ti allevieranno ogni dolore, perché anche se tutto ormai è passato, ricorderai d’aver vissuto, amato, e dato senso all’esistenza.
Nessuno muore senza poter ricordare la bellezza di un bacio.
Non lo dimenticare.
#alexvettori